mercoledì 6 gennaio 2010

Il Fisco e la “spagnola”


Il Fisco e la “spagnola”

(Immagine tratta da http://studentiunivr.files.wordpress.com/2008/04/fisco01g-thumb1.jpg)

Può anche starmi bene che il Fisco si comporti come il braccio armato di una politica esosa ed inutilmente costosa. Quello che non posso sopportare è la continua violazione delle più normali Leggi alla base della democrazia. Una di esse, forse in assoluto la più importante, è quella che determina la parità dei cittadini davanti alla Legge. In ogni processo un reato imputato ad un soggetto va verificato e la verità appurata. Mi correggo, ciò non avviene per tutti i processi. In quelli a carattere tributario, ad esempio, è sull’imputato che grava l’onere di provare la propria innocenza. Il rapporto esistente tra giudicante e giudicato viene rovesciato. Anziché istituire un processo in cui chi accusa deve argomentare con prove la propria tesi, si assiste all’operazione inversa. Lo Stato che governa i cittadini non si pone al loro stesso livello. Di fatto, stravolge il concetto di Giustizia rendendola vuota e priva del suo naturale significato. Il sistema che adotta il Fisco nei confronti del cittadino è quello della presunzione. In parole povere è come se dicesse all’imputato “penso che tu sia colpevole. Dimostrami il contrario”. Nella storia dell’uomo un simile comportamento indegno di una civiltà progredita è stato proprio del periodo della caccia alle streghe, della Santa Inquisizione. Bisogna ritornare al Medioevo per assistere ad un simile comportamento antidemocratico. E come allora, un tale comportamento serviva a nascondere volontà di prevaricazione, autoritarismo, inefficienze. Il tempo passa, i difetti dell’uomo restano.

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