lunedì 22 febbraio 2010

Circoscriviamo Pinerolo


Circoscriviamo Pinerolo
Immagine tratta da http://www.traunstein.de/index/verwalt/partner/Pinerolo.JPG
Pinerolo è una cittadina della cintura torinese che conta, all’incirca, 38 mila anime. Il doppio di Saluzzo che si trova in provincia di Cuneo. La differenza è che i saluzzesi si godono la loro città. I pinerolesi no. La sera, terminato il lavoro, la gente esce per andare a Torino o a Saluzzo. Questa abitudine, ho avuto più volte modo di dirlo è dettata dal fatto che i cittadini non sentono alcun legame con la città perché non è loro. A governare Pinerolo sono quelle quattro o cinque famiglie che determinano l’andamento degli affari, della politica, dello stile di vita. Non a caso, la cittadina del torinese vive un momento di profonda depressione economica. Le grandi aziende se ne sono andate o lo stanno facendo. La città langue. Una grossa mano a scendere nel baratro della crisi di identità la danno le politiche amministrative sempre più attente al centro della città (la piazza del Municipio, s’intende) e meno alle zone limitrofe. Sette chilometri quadrati, 38 mila abitanti, commercio, artigianato, tutto viene messo in mostra in quella modesta porzione di terra che è Piazza Vittorio Emanale. Persino la tappa del Giro d’Italia deve concludersi nella zona dei Portici nuovi. Qualunque manifestazione venga organizzata non esce da questo circolo vizioso. Eppure, a Torino, con le circoscrizioni, si sono ravvivati interi quartieri ed è aumentata l’affezione e l’orgoglio della gente per la città. Perché non si può fare altrettanto a Pinerolo? La domanda va posta a chi ha voce in capitolo.

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